GEA ALBANESE. GE@GRAFIA

Il titolo della mostra “Ge@grafia”, nel suo gioco linguistico tra geografia e il nome dell'artista, introduce il visitatore in un percorso espositivo che attraversa decenni di ricerca artistica. Gea Albanese presenta un corpus di opere che intrecciano la sua duplice identità di architetto e di artista, in un dialogo continuo tra progettazione dello spazio e la sua rappresentazione pittorica. La mostra si articola in tre sezioni tematiche che ripercorrono il suo percorso personale e professionale.

ARCHITETTURA

Il primo nucleo espositivo raccoglie opere che testimoniano il profondo amore di Gea per l’architettura. Questi lavori rivelano una sensibilità particolare per il costruito, traducendo in linguaggio pittorico l'esperienza progettuale maturata nel tempo. Ogni dipinto è un ricordo vivido dei giorni trascorsi insieme ai colleghi sui tavoli da disegno, o in giro per il mondo a esplorare le opere dei grandi maestri dell’architettura. Ogni segno porta con sé la memoria della pratica architettonica.

ISOLE E MARE

Le radici siciliane dell'artista emergono in questa sezione attraverso una serie di opere dedicate al paesaggio mediterraneo. Nata a Catania, Gea porta con sé i colori vibranti della sua terra, l’imponente presenza dell’Etna e la bellezza del suo mare. In questa sezione, i quadri raccontano l’identità unica di ogni mare: il suo colore, il suo suono, il suo profumo. Qui si confrontano il Mare Jonio, simbolo delle sue radici, e il Mar Tirreno, che ha conquistato il suo cuore nel corso del tempo. I due mari si confrontano non solo come elementi geografici (Ge@grafia) , ma come portatori di memorie e del tempo vissuto in questi spazi. Il mare diventa qui soggetto e medium espressivo, raccontato attraverso variazioni di blu che ne catturano la mutevole essenza.

IL TERRITORIO

L'ultima sezione presenta opere che riflettono l'impegno professionale di Gea Albanese nella progettazione di piani urbanistici, arredo urbano e architettura del paesaggio. I dipinti rivelano uno sguardo attento alle trasformazioni del territorio, dove il segno pittorico si fa interprete del rapporto tra ambiente naturale e intervento umano. Particolare attenzione è dedicata al tema delle ombre e delle forme organiche, che l'artista utilizza come elementi narrativi del paesaggio contemporaneo. Ancora oggi, l’artista trova ispirazione osservando i campi, le case e gli alberi, cercando le ombre, le forme e i colori che raccontano storie di vita e trasformazione, elementi che diventano testimoni silenziosi delle continue metamorfosi territoriali.

INAUGURAZIONE E ORARI

La mostra sarà inaugurata venerdi 31 gennaio 2025 alle 18:00 e sarà visitabile fino al 7 febbraio 2025. 

PROGRAMMA EVENTI

Durante il periodo della mostra, sono previsti due appuntamenti per dibattiti pubblici su temi legati all’architettura

  • Sabato 1 febbraio 2025 (ore 17:00-19:30) Incontro con l'Associazione Culturale AReA M "L'espressione artistica dell'architetto - esperienze a confronto" con la partecipazione degli architetti: Gea Albanese, Raffaela Bucci, Maria Cipriano, Ruggero Lenci, Amelia Mutti, Stefano Tagliati

    Venerdì 7 febbraio 2025 (ore 17:00-19:30) Finissage con doppio appuntamento: "Poesia sembra che non ci sia" con Maria Cipriano e Stefano Delfino e "Serata musicale - Fabrizio De André" con Alex Cassia e Lorenzo Neri

    Vi aspettiamo per un’esperienza che unisce arte, architettura e emozioni, in un viaggio attraverso la vita e l’ispirazione dell’artista.

Riferimenti organizzativi: Paola Valori + 39 347 0900625


NOTE BIOGRAFICHE - Gea Albanese, architetto catanese con radici romane, vive a Roma nel Quartiere Delle Vittorie. Dopo la laurea alla Sapienza nel 1980 ha lavorato per alcuni anni con l’architetto Maurizio Clerici. In seguito, per trent’anni, ha svolto la sua professione di urbanista e architetto nello studio STeMM con gli architetti Piero Somogyi, Franco Tegolini e Luigi Moretti.La passione per l’arte l’ha portata nel tempo ad approfondire, attraverso la pittura a olio, anche altri aspetti dell’architettura e del paesaggio, fermando quell’attimo di stupore in cui la natura e l’architettura si fondono in una armonica unità. Ha studiato pittura realista con il maestro Luca Morelli, trasformando l'occhio tecnico dell'architetto in sguardo poetico.