La nuova mostra di Luciano Puzzo che ospiteremo dal 22 al 30 marzo 2025, ci pone di fronte a una domanda scomoda: fino a che punto possiamo spingere il nostro pianeta? Il titolo "Utopia?" - con quel punto interrogativo che non è un vezzo grafico ma una provocazione - ci invita a fermarci e riflettere sulla nostra indifferenza.
Entrando in mostra, ci troviamo faccia a faccia con opere che parlano la lingua del nostro tempo. Puzzo lavora come chi ha urgenza di raccontare, mescolando grafica e colore con un linguaggio che è tutto suo. Non cerca facili risposte, ma apre spazi di dialogo tra la devastazione del presente e la possibilità di un futuro diverso.
Luciano Puzzo “Scioglimento” cm 50x50
Il curatore Robertomaria Siena ci accompagna in questo viaggio, attraverso un elemento ricorrente che lui chiama "indicatore oscuro": una presenza inquietante che attraversa ogni suo lavoro, come spettatore silenzioso del nostro impatto sul mondo. Lo vediamo in "Scioglimento", dove un'onda di piombo avanza inesorabile da sinistra, divorando il candore del ghiaccio. Lo ritroviamo in "Grande Bosco", dove la natura combatte la sua battaglia quotidiana contro l'avanzare dell’inquinamento.
Luciano Puzzo “Grande bosco” cm 50×50
Eppure Puzzo non si ferma alla denuncia. In ogni sua opera lascia aperto uno spiraglio, uno spazio dove ogni geometria diventa promessa di rinascita. Utopia? Forse. Ma con la testarda convinzione che l'arte possa ancora parlare e indicarci una via d'uscita.
Come ci ricorda Rolando Roberto di Italia Solare, oggi il nostro pianeta impiega un anno e mezzo per rigenerare quello che consumiamo in dodici mesi. Ma forse, come suggerisce Gregg Easterbrook citato in catalogo, "il riscaldamento globale sembra inarrestabile solo perché non abbiamo ancora provato a fermarlo".
Le opere di Puzzo ci dicono che la vera utopia non è sognare un cambiamento, ma pensare di poter andare avanti così. La sua arte diventa resistenza creativa, un invito a guardare il mondo con occhi nuovi. Prima che sia troppo tardi.
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Luciano Puzzo
NOTE BIOGRAFICHE - Luciano Puzzo (Siracusa, 1946) inizia il suo percorso artistico tra Roma, dove frequenta l'Accademia di Belle Arti, e Milano, dove prosegue la formazione a Brera. Sceglie infine Roma come sua città d'elezione, dove tuttora vive e lavora. La sua carriera si sviluppa inizialmente nel mondo della pubblicità, dove si afferma come Art Director in prestigiose agenzie nazionali e internazionali, fino a fondare una propria agenzia di comunicazione integrata. Parallelamente, dal 1975 al 1982, si dedica intensamente alla pittura, partecipando a mostre in Italia e all'estero. Dopo un periodo di pausa dalla pittura, durante il quale si dedica alla scrittura producendo sei romanzi e due racconti brevi, nel 2010 Puzzo ritorna all'arte visiva con rinnovata energia. La sua ricerca si evolve attraverso un'indagine fotografica che esplora temi sociali, ecologici e ambientali, culminando nella creazione di cinque "Operelibro" che fondono immagini e poesia. Il ciclo "Afonia 366" (2013-2014), ispirato ai migranti del Mediterraneo, segna un momento cruciale nella sua poetica, dove l'artista sviluppa un linguaggio che combina fotografia, alfabeto afono e interventi pittorici. L'afonia diventa metafora della società contemporanea, un grido silenzioso contro la rassegnazione. Dal 2015 la sua produzione si articola in diversi cicli pittorici - "No Now", "La Rambla", "L'urlo", "Ritratto", "Aquiloni", "Mura", "Maree" e "Come Osate?" - dove elementi emozionali si intrecciano con stratificazioni di immagini fotografiche elaborate digitalmente. La sua ricerca attuale si concentra sull'urgenza delle questioni ambientali e sociali, attraverso un linguaggio che unisce tecniche tradizionali e sperimentazione digitale.
Riferimenti organizzativi: Paola Valori 347 0900625
INFO: “UTOPIA”? | Mostra di Luciano Puzzo a cura di Robertomaria Siena / 22-30 Marzo 2025 / Opening 22 marzo ore 18 Ingresso libero
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