UNA MOSTRA SIMBOLO DI DENUNCIA SOCIALE E RIVENDICAZIONE DELL’IDENTITA’ FEMMINILE.
Una donna con la faretra piena di frecce, il volto di una lince sull’addome coperto da una corazza: Camilla Regina dei Volsci. Oppure Drusilla, con tra i capelli una testa di Lupo. Sono tra le tante opere che Elena Sevi ci propone nella sua visione della donna che reagisce alla violenza di genere, alla sopraffazione che da sempre è stata una caratteristica della coabitazione tra maschi e femmine. Guerriere, che combattevano tra gli uomini. O sapienti, quando le donne erano le curatrici della natura, Mater Matutae: generatrici di vita, conoscevano le erbe medicinali, raccoglievano i semi e facevano crescere i prodotti agricoli necessari per il quotidiano: quando erano diventate così potenti da spaventare gli uomini che le hanno bruciate al rogo come streghe. E le hanno quindi sottomesse nella comunità, nel lavoro, nella famiglia, nelle retribuzioni, nei rapporti sociali. Molti passi in avanti sulla via della parità tra sessi è stata fatta, grazie a gruppi di donne organizzate, tra cui Elena Sevi, che continua a portare avanti la sua ricerca non soltanto artistica, con questi obiettivi. E che munisce le sue Ma_Donne Guerriere di corazze, di scudi in ceramica, raku, bronzo, rete o cartone, l’importante che siano strumenti per salvarsi dalle violenze, sempre più numerose, e quasi sempre originate all’interno della famiglia.
Ma Elena Sevi non dimentica la tragedia delle spose bambine, che rappresenta in volo verso cieli più accoglienti, delle infibulazioni, delle tante imposizioni che ancora oggi affliggono il sesso femminile. Per riscattarlo dipinge gli angeli, le Madonne rinascimentali sempre munite di corazze, con una intrinseca e raffinata eleganza che esprime un’implicita tensione verso un assoluto femminino. E poi una scultura a mezzo busto, bianca come il marmo, con un viso dolce e ammaliante, accanto ad una amazzone, dove il piombo serve a difendere il volto e le spalle. Disegnare, dipingere, scolpire, dove l’ispirazione deve essere sempre accompagnata dalla riflessione, distinguendo tra contemplazione e azione, con un continuo impegno per il mondo e nel mondo. Insomma tutta una serie di opere dove Elena Sevi, usando tecniche miste, si distingue per la ricerca cromatica, quasi sempre con colori primari, con il bianco e il nero, con il rosso del cuore e della vita. E con il gioco dei chiaroscuri, dominando la luce, elemento rigeneratore, per trarne effetti visivi che meravigliano e attraggono l’osservatore.
La mostra “Ma_Donne Guerriere” a cura di Alfio Borghese, sarà inaugurata il 3 maggio 2023 alle ore 18 e resterà visitabile fino al 10 maggio dalle 15,30 alle 19,30
Riferimenti organizzativi: Paola Valori 347 0900625
NOTE BIOGRAFICHE - Elena Sevi è nata a Tecchiena di Alatri (FR) nel 1953, si é diplomata in scultura presso l' Accademia di Belle Arti di Frosinone, citta' dove vive e lavora. Dal 1976 si dedica ad attivita' di pura ricerca facendo della scultura lo strumento privilegiato delle conoscenze e della riscoperta delle proprie radici. Nel 1986 inizia il suo percorso all’interno delle grandi problematiche femminili e inaugura la prima mostra di sole donne “8 Marzo” a Frosinone. Nel 1993 é tra le artiste che partecipano alla prima Biennale DonnArte, allestita presso il Palazzo della Provincia di Frosinone e il Palazzo Excalibur di Manchester. Nel 1996 é stata invitata alla XII Quadriennale di Roma, prima donna ciociara ad essere presente, per la quale ha realizzato "Cercle de Bois", grande installazione in legno, pietre e piombo. Da quell'anno rivolge anche il proprio interesse e la propria attenzione alla sperimentazione legata al Libro d'Artista, che la porterà' a partecipare ad importanti appuntamenti in Italia e all’estero. Nel 1997 è tra gli invitati all’importante 49° Premio Michetti e successivamente al prestigioso XXXIII Premio Vasto dove torna nel 2010. Nel 2007 viene invitata alla 52° Biennale di Venezia con “Camera 312”. Nel 2001 ha ordinato due mostre personali (videoinstallazioni) “Il tempo dell’anima” a Roma ; recensita su “Viaggi” di Repubblica tra le mostre da non perdere, “Sculture in divenire” a L’Aquila e nel 2003 “ La memoria del corpo“ a Frosinone . Dalla metà degli anni ’90 al linguaggio della scultura affianca quello del video, realizzando opere suggestive che mescolano entrambi in maniera evocativa. La sua ricerca mira al recupero della cultura mediterranea attraverso l’utilizzo dell’iconografia classica e di materiali tradizionali: piombo, ferro, pietra, legno, terracotta, raku, sia pure declinata con una continua attenzione verso la contemporaneità. La grande passione per la scultura in pietra la vede partecipare ad importanti simposi, tra cui Scogliera viva a Caorle e all’Aquila, realizzando opere di notevoli dimensioni. L’interesse per l’incisione di questi ultimi anni la porta a sperimentare linguaggi tecnicamente forti attraverso l’uso del piombo, materiale da lei sempre privilegiato e dal 2013 entra a far parte dell’importante Associazione Nazionale Incisori Contemporanei. Nel 2009 è invitata alla V Biennale d’Arte Sacra Contemporanea di Lecce e nel 2010 alla VI Biennale dell’Incisione Italiana di Campobasso dove torna nel 2012. Con “Onirismo e Potere” è a Roma a Villa Doria Panphili. Nel 2011 a Torino nella prestigiosa rassegna “Grafica oggi. Viaggio nell’Italia dell’Incisione”. Nel giugno dello stesso anno è invitata a Riga nella Sede dell’Unione d’ Europa , a Sofia e a Chisinau con la mostra a tappe nelle più importanti capitali dell’Est Europa, “The Wall”. In seguito a San Pietroburgo inaugura uno spazio personale con 20 opere di scultura nel famoso Museo Manege, e sempre nello stesso anno è presente per la seconda volta alla Biennale di Venezia con “Padiglione Tibet” Padiglione Italia a Torino. Nel 2013 è allo SculpturArt di Matera con la mostra” Strong Woman” e a Frosinone espone alla Villa Comunale la personale di scultura ”Sangue Vivo” dove torna nel 2017 con l’altra personale “Assenze” tra scultura, pittura e video. Nel 2014 con la grafica è a Torino alla Biblioteca Nazionale con “Permanenza del segno” e in Argentina alla Biennale del Fin del Mundo. Nel 2015 inaugura il secondo monumento in marmo a Ripi, questa volta dedicato al migrante, il primo, in marmo e bronzo è realizzato in memoria dell’eroico Tamburino. Partecipa ad altre mostre in Italia, e all’estero, in Macedonia. Nel 2016 tre sue opere sono in mostra permanente al museo della ceramica di Kaunas in Lituania. Sempre nello stesso anno è presente con la grafica, alla Biblioteca Vallicelliana di Roma e poi a Piacenza. Partecipa alla Biennale d’Arte di Frosinone e all’Istituto Italiano di Cultura a Los Angeles città dove espone di nuovo nel 2018 nella famosa galleria Gloria Delson di Down Town. Tra il 2017 e il 2019 ancora a Venezia a Palazzo Zenobio e al Museo MA GA di Gallarate. E’ presente a Roma, Pescara e Ravenna. Di nuovo con il “Libro d’artista“ a Napoli e poi Roma, Frosinone e Santa Maria Capua Vetere. Nel 2020 viene collocata al Parco Matusa di Frosinone, una statua in bronzo a grandezza naturale raffigurante Camilla Regina dei Volsci, figura mitica e capostipite della stirpe ciociara e nel 2022 inaugura un bassorilievo in bronzo del Presidente Pertini, nell’omonima piazza. Nel 2021 espone nelle sale di Palazzo Orsini Borghese a Bomarzo, Venezia e Piacenza. Partecipa alla Biennale d’Arte di Frosinone e al MAC di Guarcino. Nel 2022 espone a Frosinone, Rho e Como. Nel 2023 ai laghi dei Reali a Tivoli, Firenze alla Casa di Dante, a Bomarzo Palazzo Orsini ,alla Biennale d’Arte Sacra a Boville Ernica. Il suo impegno primario e costante è da molti anni rivolto all’indagine profonda e dolorosa del mondo femminile, alle vecchie e nuove violenze perpetuate sulle donne di tutto il mondo. I suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero e sue recensioni su importanti testate nazionali.