Largo al Factotum - Largo a Rossini Quando l’arte incontra la musica, l’omaggio di Paolo Iantaffi al grande compositore
dat testo di Paola Valori
Il 2018 è stato l’anno di Gioacchino Rossini, un anno che finora è stato animato da celebrazioni in tutta Italia soprattutto a Pesaro, città natale del grande compositore e centro da cui si è propagata una consistente miriade di eventi “rossiniani”. Massimo esponente della musica lirica italiana, Rossini, per la ricorrenza della sua morte, viene omaggiato da ogni dove e non solo nel campo musicale con cartelloni che prevedono concerti, laboratori e serate all’insegna dell’ascolto delle sue opere, ma anche con dediche, onorificenze e con esposizioni d’arte come quella che mi vede coinvolta nello scritto di questo catalogo. Omaggiare un genio universale come Rossini che ha composto pezzi e opere tanto celebri quanto armonicamente ineccepibili, è motivo d’orgoglio per me soprattutto a Roma, la mia città, dove nel 1816 al Teatro Argentina, si è tenuta la prima rappresentazione del Barbiere di Siviglia. È un onore quindi attraverso la mostra di Paolo Iantaffi dare lustro a un Maestro come Rossini che ha contribuito a portare la musica lirica e la cultura italiana alla ribalta. Iantaffi, abilissimo ritrattista “involontario”, evoca lo stile pittorico degli antichi maestri olandesi, realizza olii brillanti, con pennellate fluide e colori vivaci, sintesi di una perizia tecnica e esecutiva sorprendente. La resa dei personaggi rasenta la precisione fotografica nel dettaglio, in cui si coglie una nota introspettiva, nella rappresentazione dei volti, dei corpi e dei movimenti. Le sei operedidascaliche in mostra sono realizzate in stretta attinenza con i capolavori sonori di Rossini e pertanto dimostrano una capacità di usare la pennellata non marginale, già a partire dal ritratto ovale dedicato al Maestro che lui rende in stile eroico al pari di un busto di imperatore romano. Come tale infatti è sostenuto da un piedistallo che lo solleva da uno sfondo in varianti di blu scandito anche dal piano d’appoggio. L’olio su cartone dedicato alla più celebre delle sue opere buffe, il Barbiere di Siviglia, la cui prima è finita tra i fischi del pubblico, rievoca la leggendaria figura di Figaro, personaggio che rimarrà negli annali della storia e della musica per le sue trovate geniali e per il libretto ricco che accompagna la composizione già deliziosa. Iantaffi ne mette in risalto la personalità e la verve linguistica attraverso l’uso brillante cromatico del suo cartone. Il Guglielmo Tell, ultima opera del compositore prima che si volgesse completamente alla musica da camera e sacra, è scelta e raffigurata da Iantaffi (in un olio su cartone telato) per la vicenda del condottiero che guidò la rivolta degli svizzeri dalla dominazione austriaca. Un forte bisogno di libertà di cui l’arte ha sempre necessità. Anche delle famose figure femminili Armida e Cenerentola, l’artista tratteggia in due ritratti le loro caratteristiche più spiccate, nel quadro ritorna infatti il motivo del secchio che connota la originaria condizione servile di Cenerentola, mentre le grandi ali definiscono il ruolo di maga di Armida, dramma che trova nella Gerusalemme liberata di Tasso, la sua fonte d’ispirazione. Iantaffi contribuisce con la qualità pittorica dei suoi lavori a esaltare il lato più universale di questo grande Maestro della lirica che fu Giocchino Rossini. Di lui seppure ricorre il 150 della sua scomparsa, resta viva la memoria come uno dei protagonisti assoluti della storia della cultura italiana.