MAKING MONEY IS ART

La mostra curata da Paola Valori negli spazi di Porta Mazzini, si interroga sul potente rapporto tra arte e denaro; relazione dalle radici antichissime, che l'artista - da sempre influenzato dai linguaggi pop - reinterpreta con  un suo stile personalissimo, frutto di un lavoro di ricerca tra i più grandi interpreti che rivoluzionarono il mondo dell'arte negli anni Sessanta.

Opere apparentemente semplici ma estremamente efficaci e di grande comunicatività, indagano sulla società consumistica contemporanea, dominata dal potere, dalle apparenze e dall'ostentazione.

Da questo pensiero arriva la scelta di dipingere denaro: banconote e carte di credito ingrandite a dismisura, che vogliono strappare un sorriso sul sistema della società dei consumi, e nella logica ossessiva di fare soldi. 

Dotato da sempre di una forte carica di ironia, legandosi indissolubilmente ai fumetti e avvalendosi delle fonti iconografiche dei precursori della pop art americana, Marco Bettini si servirà di Paperon de' Paperoni e di altri supereroi, per inventare così un nuovo modo di "contaminare" il denaro. 

Venti le opere create appositamente per questa mostra, alle quali si aggiungono cinque della precedente collezione, in un percorso accattivante e di facile lettura. 

La mostra sarà inaugurata il 29 novembre 2016 e resterà visitabile fino al 6 dicembre negli orari di galleria.

CRUSH MANIFESTO GLOBALE

Rubbish, trash, cosa sono diventati i nostri rifiuti oggi se nella migliore delle ipotesi si trasformano in Junk art? Se ogni nostra azione produce un rifiuto da smaltire, allora anche bere una lattina lo è. Lo sapeva bene Warhol così come adesso Fabio Ferrone Viola. Interpellata ancora una volta, l'arte contemporanea può darne una lettura originale. Ma può anche offrirsi come soluzione a uno dei drammi del nostro tempo? E' pura illusione, moda imperante in galleria o davvero può suggerire una via d'uscita? 

La mostra “Crush” apre scenari davvero sorprendenti. Il termine crush (schiacciato) si riferisce al gesto chiave della ricerca dell'artista - ovvero schiacciare le lattine accartocciate raccolte per strada. “Crush” prende le mosse dal crushismo, la nuova poetica sorta dalle opere di Fabio Ferrone Viola composte di una ricca collezione di rifiuti e lattine, residui di plastica e scarti vari.

"Da simbolo di consumo a consumo stesso - come sostiene Vittorio Sgarbi- non c'è, in lui, solo un bagaglio di conoscenze artistiche aggiuntive rispetto ai tempi di Warhol (...) ma anche una diversa visione del sistema consumistico, incentrata su una problematica diventata più impellente rispetto a cinquanta anni fa, l'urgenza della questione ecologica (l'oppressione del rifiuto, l'obbligo del suo riciclo)".

"Intenzionate a incidere nel sociale” le opere di Ferrone Viola quindi sono l'evoluzione più positiva del fenomeno in ambito artistico di riciclo dei materiali di scarto. Più “dello street style di Banksy, o meglio di Shepard Fairey, l'autore dell'"Hope" Poster (..) la lezione di Warhol è significato per Ferrone Viola scavalcarla, caricarla di valenze nuove, unico modo possibile per farla diventare di nuovo specchio del mondo”.

 

CRUSH - MANIFESTO GLOBALE |   Complesso del Vittoriano (Ala Brasini) | dal 5 al 31 luglio 2016

info & Contatti Paola Valori +39 3470900625  |  ingresso gratuito